Tesi - estratto capitolo 1 - Sono un "io che sa"!
"(...) Dal momento che le comunità sociali impiantate su somiglianze di carattere etnico o religioso hanno già dimostrato nel corso della Storia i loro limiti, fondare un “nuovo” legame sociale sul rapporto con il sapere da vita ad una civiltà che Lévy definisce deterritorializzata, alimentata, oggi più che mai, dallo sviluppo e la diffusione del media digitali.
L'individuo di fronte a me non è semplicemente “altro” da me ma è un produttore di contenuti, una possibilità di scambio di sapere; un baratto che oggi è possibile fare al di là di ogni limitazione fisica o territoriale. Ogni nostra esperienza diventa una ricchezza da barattare con le esperienze degli altri intorno a noi perché ogni vita, per le abilità, le conoscenze e le riflessioni che richiede è in grado di alimentare uno scambio continuo e una socializzazione del sapere costante. La mia intelligenza non è più solo “mia”, diventa appartenente alla comunità, collettiva appunto e lo fa mantenendo l'apprendimento reciproco come mediazione dei rapporti interpersonali. Io quindi non sono più un “io che sono”, o un “io che pensa” ma sono un “io che sa”. (...)"
Da WikiCulture - La cultura che cambierà il mondo
Sentite di essere degli "Io che sanno"?
Pensarlo è presuntuoso? E' manifestazione di esibizionismo?
O il vivere Sapere risiede nell'unioni di più saperi?
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